Avviare un allevamento di galline bio

gallina

Sempre più persone oggi scelgono di creare dei pollai domestici, e lo scopo è quasi sempre quello di poter essere autosufficienti per quanto riguarda la produzione ed il consumo delle uova, e di potersi assicurare uova gratis e di ottima qualità tutti i giorni.

Si tratta quindi di una di quelle pratiche di autoconsumo che sono senza alcun dubbio da favorire e da stimolare, in quanto permettono alle persone di risparmiare ma anche di mangiare in maniera più sana e consapevole.

Oltre che avere un pollaio per sé, si può anche pensare di attivare un allevamento di galline biologico, per poter creare un piccolo o grande business che si basi sul rispetto della natura e degli animali e sulla qualità dei prodotti.
Ovviamente per poter creare un piccolo allevamento di galline Bio bisogna prima acquistare i prodotti e l’attrezzatura necessaria da siti come Il Verde Mondo ed altri analoghi.

Creare un allevamento di galline richiede un esborso iniziale, come ogni tipo di investimento, ma non si tratta mai di un esborso eccessivo.

I costi per l’apertura di un allevamento sono influenzati da molti fattori. Se si possiede il terreno sul quale si pone l’allenamento è logico che si parte avvantaggiati rispetto a chi invece debba affittarlo, che spenderà diverse migliaia di euro annue per il canone. Bisogna mettere in calcolo anche l’acquisto delle pollastrelle ovaiole, le mangiatoie, gli abbeveratoi, ovviamente il numero varia a seconda del numero totale delle galline. Bisogna anche pensare all’acquisto del cibo e dei prodotti necessari alle galline, come paglia e bollette di fieno per l’igiene.

Bisogna inoltre ricordarsi che bisogna registrare la propria attività all’USL locale, e che verrà dato un codice azienda.
Bisogna rispettare anche la burocrazia, ricordando che innanzitutto valgono le norme nazionali (cioè la necessità, come si è detto, di registrarsi all’USL e di dichiarare sia la propria identità che il numero di galline, che la destinazione dell’allevamento). Dopo di che, bisogna tenere conto del fatto che esiste anche una normativa comunale specifica per ogni comune italiano e che potrebbe essere anche più restrittiva rispetto a quella nazionale.

Ci sono addirittura comuni che non permettono la costituzione di pollai sul territorio, quindi vale la pena conoscere eventuali problematiche burocratiche prima. Bisogna anche calcolare come gestire la questione delle tasse: le norme ovviamente cambiano a seconda dei volumi di affari. Talora può essere sufficiente aprire partita IVA come ditta individuale, in altri casi è meglio iscriversi all’agenzia delle entrate come società semplice.
Se avete dei dubbi in materia di burocrazia, o delle norme igienico sanitarie da rispettare, allora rivolgetevi all’Unione Nazionale Avicoltura Italiana o alla sezione locale della Coldiretti che potranno darvi dei suggerimenti o delle indicazioni.

Le uova possono essere vendute direttamente ai consumatori ovviamente con un prezzo inferiore rispetto a quello praticato dai supermercati. Maggiore è la capacità di gestire il business e di farsi conoscere, per esempio partecipando a dei mercati locali dove poter vendere i propri prodotti e farsi conoscere.

Ma cosa serve, concretamente, per iniziare un allevamento di questo tipo? Innanzitutto occorre avere spazio a sufficienza. Caratteristica principale dell’allevamento bio è il fatto che gli animali vivono secondo natura, non in batteria o spazi stretti. Quindi assicuratevi di avere a disposizione uno spazio sufficiente dove le galline possano muoversi e razzolare. Quindi questa zona dovrà essere opportunamente recintata allo scopo di contenere gli animali e di proteggerli: badate che il recinto deve essere anche sul tetto, tutto il pollaio deve risultare coperto per evitare possibili contaminazioni delle galline da parte di uccelli selvatici.

L’allevamento dovrà essere provvisto possibilmente di una zona esposta a sole e luce, e di una invece per la notte e più tranquilla, dove le galline possano deporre le uova in pace.