Nel corso del 2020 la notizia di un vaccino per combattere il Coronavirus ha portato, come era ovvio attendersi, a un vero e proprio boom dei titoli di alcune aziende farmaceutiche. Il titolo Pfizer ha guadagnato da marzo 2020 a dicembre 2021 oltre il 79% del proprio valore in borsa, mentre BioNTech ha avuto performance sorprendenti: oltre il 700% di aumento. Meglio ancora è andata per Moderna, che ha visto decuplicare il valore dei propri titoli azionari, in meno di un anno. E oggi? Come stanno andando i titoli delle principali aziende farmaceutiche?
I motivi
Le motivazioni che hanno portato gli investitori a prediligere i titoli delle aziende farmaceutiche sono abbastanza semplici da comprendere. La disponibilità di vaccini e di farmaci adatti a combattere il virus hanno chiaramente portato a ingenti guadagni per le case farmaceutiche che li hanno prodotti. Per altro si tratta di un trend ancora in vita, visto che molte Nazioni stanno proponendo ancora oggi i vaccini ai propri cittadini. Nel periodo in cui molti titoli azionari hanno subito un calo nel periodo di crisi dovuto alla pandemia, altri come ad esempio i titoli di aziende del settore farmaceutico, hanno registrato un trend positivo che ha attirato diversi investitori.
Le previsioni per il futuro
Fare previsioni per il futuro è però decisamente complesso; per quanto riguarda BionTech chi è alla ricerca di informazioni può leggere questo articolo, che rappresenta un’analisi sull’andamento ad oggi del titolo, oltre che una previsione futura. Le altre aziende farmaceutiche coinvolte nel “boom” correlato al coronavirus stanno manifestando performance simili a quelle di BionTech. Fermo restando che ancora molta strada si deve fare nella lotta contro questo virus e gli altri potenziali coronavirus che potrebbero svilupparsi in futuro. In sostanza questo settore è ancora molto caldo, quindi notizia di nuove cure o di vaccini aggiornati potrebbero ancora causare exploit importanti. Le probabilità del verificarsi di un’inversione di tendenza dell’andamento dei titoli farmaceutici, potrebbero dipendere da un calo dei mercati finanziari, dovuto al periodo di crisi che stiamo vivendo.
Meglio investire in farmaceutici?
Se nel corso dei decenni passati il mercato più interessante in Europa era quello dei titoli bancari, oggi si può tranquillamente dichiarare che il mercato maggiormente scelto dagli investitori è quello dei titoli farmaceutici. Fermo restando che è sempre consigliabile evitare di rivolgersi a un solo ambito per i propri investimenti, la diversificazione è sempre un comportamento intelligente. Generalmente, gli investitori che intendono realizzare degli investimenti redditizi nel medio-lungo periodo tendono a ridurre il livello di rischio, studiando un portafoglio diversificato di asset. Gli speculatori, il cui scopo è quello di realizzare dei profitti nel breve periodo puntano sulle previsioni relative ad un singolo asset con la speranza di riuscire a realizzare un elevato profitto, dato il trend di crescita del titolo oggetto dell’investimento in quel dato momento. Le probabilità di realizzare profitti interessanti in questo caso sono molto elevate, così come la possibilità di realizzare ingenti perdite.
Questa tipologia di investimento risulta quindi essere caratterizzata da una elevata volatilità e da percentuali di rischio elevate. Si tratta comunque di un ambito in forte fermento, con dei movimenti di prezzo molto rapidi e repentini: chi decide di prediligere i titoli farmaceutici può attendersi aumenti e diminuzioni nelle quotazioni molto rapidi e difficili da prevedere. Stiamo comunque parlando di aziende solide, con fatturati importanti e prodotti particolarmente apprezzati dal mercato, non solo per quanto riguarda i vaccini e i farmaci per l’eventuale cura del Covid-19.
La soglia di rischio
Quando si investe in borsa è sempre bene comprendere che il rischio da accettare è comunque elevato. Questo vale anche per i titoli delle aziende farmaceutiche, visto soprattutto il fatto che hanno mostrato aumenti significativi proprio nel corso dell’ultimo anno. Per altro l’intera opinione pubblica è rivolta alle questioni correlate al coronavirus, ormai da oltre 2 anni. Ciò significa che anche un piccolo intoppo nello sviluppo di un nuovo farmaco o il diffondersi di una nuova variante del virus potrebbero modificare significativamente il valore dei titoli farmaceutici.