Oggi, quando si parla di spurgo, si entra nel merito di tre possibili azioni:
- disostruzione e pulizie
- aspirazione e trasporto
- gestione impianti
Per quanto riguarda la disostruzione e pulizia, ci troviamo nel campo più comune, ovvero l’azione di spurgo in cui una ditta si trova più comunemente, quasi quotidianamente.
Disostruire significa rimuovere ostruzioni in tubazioni causate da:
- residui di cibo e olii (colonne della cucina)
- residui fecali, carte e oggetti caduti accidentalmente nei WC (colonne fecali)
- carte, rifiuti, foglie, aghi di pino o terriccio (colonne pluviali)
Per operare una disostruzione in questi casi appena descritti, si utilizza il Canal-Jet, ovvero una sonda che, attraverso una pompa ad essa collegata, immette acqua a pressione nelle tubature (si va da poche decine fino a 200 bar di pressione e la potenza della pressione è legata al tipo di sonda utilizzata). Il getto d’acqua rimuove e polverizza tutto ciò che incontra, rimuovendo così l’ostruzione. Il regolare deflusso delle acque nelle colonne torna immediatamente regolare, così come la raccolta della acque piovane per le colonne pluviali.
La grandezza del Canal-Jet da utilizzare, è legata all’intervento che si deve effettuare. Si possono trovare sul mercato sonde specifiche per collettori di diametro anche di qualche metro.
Per collettori s’intende tutta quella rete di tubolari che sottoterra permette all acque reflue di arrivare agli impianti di depurazione, dove presenti, o alle fosse settiche (pozzi neri).
Per un lavandino di una cucina, il cui diametro in genere non supera i 40mm, si utilizzerà una sonda della grandezza di un dito mignolo. Man mano che il diametro delle tubazioni da disostruire è più grande, ci sarà necessità di utilizzare una sonda di diametro maggiore.
Con i pozzi neri entriamo nel merito del II° campo di intervento di spurgo
Spurgare un pozzo nero significa aspirare, trasportare e smaltire il rifiuto che viene classificato tramite il codice CER (Codice Europeo Rifiuti) in acque biologiche o in fanghi. Questa distinzione viene fatta al momento della lavorazione, ossia, se si aspira dalla rete fognaria o dalla vasca di dispersione si parla di acque biologiche, se si aspira dalla vasca di decantazione (ossia la prima fossa in cui confluisce il rifiuto) si parla di fanghi provenienti da fossa settica.
Per quanto riguarda le attività di ristorazione, per legge devono essere munite di degrassatore, ossia una vasca dove confluiscono gli scarichi delle cucine, all’interno della quale gli oli e grassi vengono separati dall’acqua, acqua che poi verrà riversata nella rete fognante, mentre gli oli e grassi verranno aspirati all’incirca bimestralmente e trasportati in impianti di smaltimento.
Per poter fare tutto ciò, naturalmente, bisogna essere in possesso di alcuni requisiti.
Avere un’autospurgo capace di aspirare, essere iscritto al ministero dei trasporti e avere il permesso di trasportare cose, dopo di ciò si fa richiesta al ministero dell’ambiente per l’autorizzazione a trattare rifiuti.
L’autorizzazione rilasciata deve essere rinnovata ogni 5 anni. Inizialmente comprende i permessi più semplici e comuni come quelli per il trasporto di acque biologiche, fanghi di fosse settiche e grassi mense.
Successivamente si potranno chiedere ulteriori permessi per il trasporti di altre tipologie di rifiuti. La richiesta è subordinata al fatturato aziendale e al tipo di rifiuto da trattare.
Ad esempio, se si intende trattare un rifiuto speciale come quello ospedaliero, l’azienda che ne fa richiesta dovrà avere nel suo parco automezzi un autosurgo classificato in ADR.
Ultimo campo d’impiego dello spurgo è la manutenzione di impianti di depurazione
All’interno dell’impianto confluiscono tutte le acque da trattare, attraverso sistemi di filtraggio, ossigenazione, decentrazione e pressaggio. Le acque reflueverranno così depurate, ovvero separate le parti solide dalle acque, con l’acqua che poi verrà riversata depurata all’incirca al 98% nei ruscelli naturali, mentre le parti solide verranno usate in agricoltura come fertilizzante biologico o in industria come combustibile.
Per poter svolgere l’attività di spurgo fognature è necessaria l’iscrizione all’Albo dei trasportatori in conto terzi, presso la motorizzazione e aver immatricolato almeno una cisterna, dopodiché ci si può iscrivere all’Albo Nazionale gestori Ambientali nelle cat. 1 (rifiuti urbani) e cat. 4 (rifiuti speciali non pericolosi) con i codici 200304 – 200306.
Se intende effettuare entrambe le attività relative alle categorie 1 e 4 allora il tonnellaggio complessivo dei veicoli deve essere di 5 tonnellate di portata utile, se invece intende effettuare tale attività solo nell’ambito della cat 1 (rifiuti urbani) occorrono 4 tonnellate di portata utile, se intende effettuare tale attività solo nell’ambito della categoria 4 (rifiuti speciali non pericolosi) è sufficiente 1 tonnellata di portata utile. Mentre il personale addetto deve essere di 3 unità per la categoria 1 più un’altra unità per la cat. 4.
Tutte le informazioni, la modulistica e le normative aggiornate si possono reperire sul sito del Ministero dell’Ambiente.
L’iscrizione avviene attraverso una procedura telematica denominata “Agest”, alla quale si accede sempre attraverso il sito del Ministero, previa registrazione (le credenziali verranno inviate ad una pec valida dell’impresa).