Curriculum, Erasmus e soggiorni studio all’estero meglio del 110 e lode

ragazzi soggiorno studi estero

Ti sei laureato a pieni voti e con lode? Bravo. Sappi però che i recruiter preferiranno qualcuno che ha fatto l’Erasmus. Anche se la sua carriera universitaria è stata meno brillante della tua.

Poco importa se il voto non è altissimo: se ci si laurea in tempo e si ha un’esperienza internazionale nel curriculum aumentano esponenzialmente le possibilità di battere la concorrenza durante la ricerca di lavoro.

Un’esperienza di studio oltreconfine fa risaltare il curriculum per l’esperienza e la flessibilità mentale sviluppata, non soltanto per le abilità linguistiche acquisite. Al suo cospetto, anche una laurea con il massimo dei voti potrebbe non valere poi così tanto.

Erasmus e vacanze studio all’estero sviluppano le soft skills, cioè tutte quelle competenze che si imparano non sui libri ma nella vita quotidiana, vivendo nuove esperienze. Più autonomia e indipendenza, capacità di comunicare in modo più efficace, relazionarsi con gli altri e a lavorare in gruppo, anche in contesti multiculturali. Doti che arrivano naturalmente quando si è immersi in un nuovo ambiente, in una cultura diversa a contatto con persone con differenti background. Le grandi aziende le apprezzano più di ogni altra cosa.

Dato per scontato l’inglese, è apprezzata la conoscenza di un’altra lingua europea, oltre ovviamente a quella del paese d’origine. Cinese, tedesco e francese offrono oggi ottime possibilità durante la ricerca di lavoro. Poi le soft skills: tolleranza, determinazione e intraprendenza, tratti che qualificano il carattere della generazione Erasmus.

Non c’è una sezione precisa del curriculum in cui citare le esperienze all’estero, l’importante è che siano riportate in modo preciso e coerente. Se si è stati all’estero per imparare una lingua, le informazioni relative andranno nella sezione “Formazione”. Se durante il soggiorno si è svolto uno stage, un lavoro part-time o un’attività di volontariato, potranno essere citate anche nelle “Esperienze lavorative”. Nel caso in cui le esperienze oltreconfine siano più di una è bene creare una nuova sezione del curriculum denominata “Esperienze internazionali” o “Formazione internazionale”.

Occhi aperti, dunque, alle bacheche web degli atenei e alle promozioni di prestigiose scuole internazionali che offrono soggiorni studio all’estero: come confermato da esperti e psicologi, il 64% dei selezionatori delle aziende tiene in grande considerazione questo tipo di esperienza durante il percorso di formazione, oggi molto più che dieci anni fa. Sono considerate un valore importante, al pari o addirittura più del voto di laurea e della puntualità con cui è stato terminata l’Università.