Il welfare aziendale non va mai in vacanza, o almeno così dovrebbe essere, nemmeno con l’arrivo dell’estate, quando molte aziende tendono a vivere un momento di fermo produttivo importante, specialmente nel mese di agosto, con una parte considerevole dell’Italia che letteralmente si ferma.
Ma cosa vuol dire, esattamente, che il welfare aziendale non va mai in vacanza? Vista la comprovata efficacia di tali strategie, non implementarle in maniera costante si rivela controproducente per le aziende, persino quando i dipendenti sono in ferie. Vediamo insieme perché.
Natale: un’occasione preziosa per implementare il welfare aziendale
Ci sono dei momenti dell’anno che risultano particolarmente preziosi per il welfare aziendale e il Natale è certamente uno di questi. Questo perché offre l’opportunità – culturalmente codificata – di realizzare delle iniziative per creare un ponte di comunicazione che avrà effetti duraturi.
Tra le iniziative che si possono adottare in questo periodo troviamo quelle di omaggiare gli stakeholder con dei cesti natalizi: una delle soluzioni più apprezzate sia dalle aziende che dai dipendenti. L’importante è optare per prodotti artigianali e di qualità come quelli che si possono trovare su https://www.bennati.com/, che vanta una selezione che permette al brand di distinguersi, a Natale e nel resto dell’anno, tra cioccolato, salumi e prodotti vitivinicoli.
Un cesto di prodotti enogastronomici racconta molto più di mille parole e si tratta di un aspetto da preventivare all’interno del piano di welfare aziendale, il quale è lo strumento principe affinché questo tipo di policy e soluzioni non vadano davvero in vacanza.
Welfare e digitalizzazione: opportunità e altre cose da sapere
La digitalizzazione presenta diversi vantaggi per le aziende, a tutti i livelli e persino in termini di welfare; andrebbe quindi implementata anche sotto questo punto di vista.
Come abbiamo accennato poc’anzi, lo strumento più efficace è predisporre un piano ben strutturato, a misura delle aziende e dei loro collaboratori.
Ma di cosa si tratta, esattamente? Parliamo di un insieme di iniziative volte a offrire dei benefit ai dipendenti, in aggiunta allo stipendio, nell’ottica di creare un ambiente interno all’insegna del benessere.
Si tratta di un modo molto concreto di declinare il welfare e che parte da una programmazione accurata e da un approccio all’insegna dell’organizzazione. Ma come tradurre le idee in realtà, approfittando degli sviluppi della digitalizzazione? Si possono utilizzare diversi tool: da quelli standard come Word ed Excel a programmi di matrice gestionale che si avvalgono di tecnologie innovative quali quelle di cloud computing e intelligenza artificiale.
Ce ne sono sia a pagamento che free (come nel caso di Google Calendar, uno strumento spesso sottovalutato) e possono essere sviluppati in maniera ancora più sinergica approntando dei questionari da proporre ai dipendenti, preferibilmente in formati digitali, così da strutturare una gestione documentale ottimale.
Occorre in ogni caso ragionare per obiettivi, analizzando la situazione e individuando delle strategie per coniugare sostenibilità e performance, a fronte di vantaggi degni di nota tanto per le aziende quanto per gli stakeholder.
Welfare aziendale e aspettative dei dipendenti
Un noto detto popolare sostiene che “chiedere è lecito, rispondere è cortesia”. Dovrebbe essere così anche nel caso del welfare aziendale, dove però c’è da dire una cosa: i dipendenti non lo danno per scontato, ma se lo aspettano sempre di più, lo auspicano, potremmo dire, specialmente se si tratta di risorse consapevoli del proprio valore, fondamentali per le aziende.
Il welfare aziendale permette di coltivare i talenti, poiché incentiva un ambiente interno dove si sta volentieri. Non si tratta soltanto di premiare con un avanzamento di carriera, che va comunque conquistato e incentivato, ma di prendersi cura della persona, utilizzando diversi strumenti come i già citati cesti aziendali, convenzioni con vari servizi (da quelli relativi al parcheggio alle partnership con le attività della ristorazione), e molto altro ancora.
Possiamo quindi dire che il welfare, inteso come asset strategico, dovrebbe quindi risultare auspicabile anche per la stessa azienda, che può così ottimizzare la propria produttività e operatività, a tutto tondo. Un altro motivo per non farlo andare in vacanza e coltivarlo, sviluppando soluzioni all’insegna dell’organizzazione, della creatività e della funzionalità.
Welfare e gestione delle vacanze
La gestione delle vacanze si rivela un aspetto da predisporre con particolare accuratezza all’interno del welfare, sia perché risulta fondamentale per il benessere (e la performance) dei dipendenti, sia perché rappresenta un diritto della persona ed è soggetto a disciplina a livello normativo.
Se l’azienda non lo gestisce nel migliore dei modi, questo fattore tende ad avere ripercussioni importanti, a livello pratico e potenzialmente persino fiscale, con il rischio di andare incontro a sanzioni e compensazioni economiche.
Oltre a coltivare una comunicazione autentica e proficua tra le parti, una buona soluzione è quella di predisporre delle convenzioni con delle aziende che propongono dei servizi per le vacanze, in maniera tale che il dipendente possa personalizzarli. Queste opzioni sono particolarmente apprezzate, perché il collaboratore vede riconosciuto il proprio diritto a prendersi delle pause, con un vantaggio concreto.














