Progetto di rilancio per KME nella provincia di Lucca

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KME, società internazionale leader nella produzione di materiali in rame e in lega di rame, con numerose sedi in tutta Europa ed anche in Italia ha presentato un piano di rilancio produttivo per gli stabilimenti in provincia di Lucca, che si basa principalmente sull’aumento del volume produttivo e l’approvvigionamento interno di energia attraverso politiche di recupero energetico al passo con la strategia europea di sensibilizzazione ambientale.

Un progetto che ben rispecchia gli interessi filantropici di Vincenzo Manes, presidente Kme, da sempre impegnato a creare in diversi settori strategici nell’economia del paese best practices industriali.

L’Idea di recupero degli scarti di cartiere

Tra tutte le soluzioni vagliate dalla Kme, è stata scelta quella del cosiddetto principio del “waste to energy”, ovvero il recupero di scarti industriali di altre aziende per la produzione di energia per attivare le fornaci. La vicinanza di cartiere al distretto di Lucca è stata fondamentale per valutare questa opzione, che risulta anche quella maggiormente raccomandata dalle indicazioni della Comunità Europea.

Tale scelta si collega inoltre al discorso delle emissioni che, derivate da materiale di scarto meno inquinante di quello utilizzato ad oggi, riduce l’inquinamento nel territorio e contribuisce anche a ridurre il problema dello smaltimento di fanghi e code delle cartiere, attivando così un circuito benefico per l’annullamento degli scarti di produzione che rappresentano per l’Italia un annoso problema.

Ogni anno infatti le cartiere producono circa 100.000-130.000 tonnellate di scarto pulper umido, 50.000 tonnellate di fanghi e 20.000 tonnellate di code; tutto questo scarto non può essere riciclato perché composto da materiale plastico, metallico, sabbioso e di vetro. Richiederebbe quindi la realizzazione di discariche speciali; con progetti come quello della Kme potrebbe ritrovare una condizione d’uso e contribuire alla riduzione del materiale destinato a discariche, migliorando così la vivibilità dei luoghi e il tasso di inquinamento.

Obiettivi del progetto di rilancio KME

Il nuovo progetto di potenziamento segue il filone che punta alla creazione di un’economia circolare, che oltre a salvaguardare l’ambiente, dà manforte all’occupazione, portando così lo stabilimento lucchese ad un consolidamento sul territorio e ad un potenziamento dell’occupazione. Fino al 2009 l’azienda KME gestiva il 30% della produzione europea del metallurgico, ma la crisi finanziaria e i crescenti costi di gestione per il mantenimento delle fabbriche hanno portato l’azienda ad una sofferenza produttiva e di conseguenza occupazionale che ha avuto un forte peso anche sull’economia locale.

Con questo nuovo programma di rilancio, la produzione metallurgica della fabbrica ritroverà energia e competitività allineandosi alle nuove esigenze di mercato.  La collaborazione con enti del territorio, come i centri di ricerca, contribuisce a creare un polo di economia circolare che dà al territorio una nuova spinta alla crescita.

Vantaggi

Il settore industriale della KME richiede una grande quantità di energia per il funzionamento dei forni dediti alla fusione del rame e delle sue leghe. Ciò è un costo rilevante per le fabbriche che spesso sono costrette a ridimensionare produzione e dipendenti per far fronte a questi costi fissi.

L’ottimizzazione dell’energia prevista dal piano di rilancio, attivata in collaborazione con gli scarti delle cartiere , consente di iniziare un percorso di risalita verso gli alti standard europei. In Italia i costi energetici rimangono piuttosto elevati e a nulla sono valsi gli interventi di riduzione dei costi per l’energia elettrica, ma questi passi verso la sostenibilità sono fondamentali per cominciare una scalata ai colossi europei che hanno fatto dell’efficienza energetica il fiore all’occhiello della loro produzione.