Scelta e realizzazione dell’impianto elettrico industriale

Impianti-elettrici_

Qualsiasi tipo di edificio abitativo o industriale, necessità di energia elettrica per funzionare, non solo per l’illuminazione poiché oggi tutto può essere azionato da dispositivi elettrici, come elettrodomestici nel caso delle abitazioni, o macchinari da lavoro nel caso delle industrie.

Un impianto elettrico affinché sia valido, deve essere sicuro e affidabile, non deve rappresentare rischi per la sicurezza di cose o persone e ovviamente, avere capacità e caratteristiche che siano in linea col fabbisogno energetico necessario.

Impianti a norma: cose da sapere

La legge 46/1990 introduce un regolamento efficiente e ponderato per la corretta progettazioneinstallazione e certificazione degli impianti elettrici che possano fornire energia elettrica in modo sicuro e che soddisfino l’esigenza energetica. La norma prevede degli obblighi da parte della ditta installatrice, nel fornire una dichiarazione di conformitàalla suddetta norma al termine dei lavori e l’adeguazione degli impianti preesistenti, così che vengano messi in sicurezza e allineati con le moderne regole vigenti. Gli elementi ai quali si deve prestare maggiore attenzione per la messa in sicurezza di un impianto elettrico sono:

– gli interruttori differenziali
– i dispositivi di sezionamento
– i dispositivi di protezione in caso di sovraccarichi
– i dispositivi di protezione in caso di contatti diretti

Nel 2008 sono state introdotte alcune modifiche alla legge 46/1990 dal D.M. 37/2008, come l’obbligo da parte del proprietario dell’impianto, di mettere in pratica alcune misure che assicurino la corretta conservazione delle caratteristiche dei sistemi di sicurezza di quest’ultimo, rendendo disponibili le istruzioni per l’uso e predisponendo le dovute manutenzioni da parte della ditta installatrice.

Questo provvedimento introduce inoltre una classificazione di tre diversi livelli di’impianto, che si allineano alle recenti innovazioni in campo tecnologico per la gestione dell’energia elettrica industriale:

Livello 1 (base). Il minimo previsto dalla norma, secondo la quale l’impianto deve garantire il costante rifornimento di energia in base alle dimensioni.

Livello 2 (standard). Per unità industriali con maggiore fruibilità degli impianti, considerando anche la presenza di altre dotazioni impiantistiche.

Livello 3 (Domotica). Per unità industriali con dotazioni ampie e innovative, come il sistema bus e sistemi di domotica.

Questa suddivisione per livello non è legata a nessun altro tipo di classificazione, non si basa quindi né alle prestazioni energetiche del fabbricato, né alla classe catastale, semplicemente è riferita alle capacità e alle prestazioni impiantistiche della struttura, in termini di efficienza e fruibilità.

Tale suddivisione ha un duplice vantaggio: il primo per l’installatore, che può così offrire una soluzione impiantistica più vicina alle esigenze del proprio cliente, mentre per quanto riguarda il cliente, costui ha dei riferimenti chiari per quanto riguarda le prestazioni, potendo effettuare la sua scelta in maniera più consapevole.

Sicurezze e innovazioni negli impianti elettrici

Per una scelta più cosciente di un impianto elettrico più vicino alle vostre esigenze, è bene sapere da cosa questo è composto e quali sono gli elementi principali:

– il centralino o quadro elettrico che rappresenta il cuore vero e proprio dell’impianto. Costituito dagli interruttori generali delle singole linee presenti in tutto il fabbricato o in una sua parte. Grandi fabbricati possono essere suddivisi in zone e quindi richiedere la presenza di diversi quadri, per le diverse aree

– il sistema di messa a terra che ha il compito di scaricare l’elettricità in caso d’improvvisi picchi di tensione. La messa a terra è l’elemento fondamentale per la sicurezza di prima linea degli impianti elettrici, ossia il salvavita

– le prese elettriche, che rappresentano l’interfaccia dell’impianto, ossia quegli elementi che consentono la connessione dei vari apparecchi elettrici alla corrente

– gli interruttori, ossia dispositivi a muro che consentono di aprire e chiudere il circuito verso determinati apparecchi elettrici collegati a essi, come nel classico esempio delle luci, ma anche di eventuali macchinari che possono essere attivati o disattivati attraverso uno di questi

– i circuiti elettrici, che rappresentano il sistema circolatorio dell’impianto, ossia le varie “piste” che la corrente segue nel suo fluirne all’interno

– i cavi conduttori che ospitano le diverse polarità e la stessa messa a terra. Questi sono generalmente suddivisi in tre tipi, identificati con specifici colori convenzionali

Quadri elettrici: dal cablaggio all’assemblaggio

Ora che conoscete gli elementi principali di un impianto elettrico e la definizione delle loro caratteristiche, possiamo procedere alle varie fasi di assemblaggio e cablaggio dei quadri elettrici. Innanzitutto bisogna redare lo schema elettrico unifilare o multi filare e anche se questo è già stato redatto da uno studio di progettazione, è sempre meglio rivisitarlo per allinearlo con le nuove esigenze del caso. Questo consente anche di definire alcuni particolari assemblativi che sono stati esclusi durante la progettazione, come:

– la siglatura dei vari componenti
– la numerazione di fili e morsetti
– la definizione dei conduttori da impiegare
– la definizione dei vari colori dei dispositivi di segnalazione e di comando

Per la siglatura di cavi e morsetti esiste una grande varietà di metodi a livello sia nazionale che estero, questo perché ogni paese operante ha un suo modo di numerare o identificare i diversi componenti. I conduttori devono essere resi identificabili a ogni estremità, in conformità alla documentazione tecnica.

A livello nazionale come detto prima, esistono diversi metodi, ma ve ne mostreremo uno, per darvi un criterio da usare per poter operare nel migliore dei modi:

– i conduttori di fase vanno identificati con L1, L2, L3 e il numero progressivo. La siglatura R, S, T è ormai superata

– il conduttore neutro va identificato con N e numero progressivo, quindi N1, N2, N3 ecc…

– i conduttori di fase a valle del dispositivo di protezione verso l’utenza, vanno identificati con U, V, W e numero progressivo, quindi U1, U2, U3 e così via. Inoltre al numero del conduttore N in ingresso va aggiunta una lettera alfabetica progressiva per distinguerlo, quindi N1-A; N2-A; N3-A ecc…

– i conduttori dei circuiti ausiliari vanno identificati con semplice numerazione progressiva, quindi 1, 2, 3, ecc…

– la siglatura dei conduttori deve essere mantenuta fino a che non si connette al suo relativo componente, come presa, interruttore, relè ecc… la siglatura dovrà poi essere riportata sul componente al quale è stato collegato

– i morsetti vengono siglati con la stessa sigla del conduttore connesso a essi e in uscita deve mantenere la stessa siglatura

Inoltre, per una maggiore rintracciabilità in caso d’interventi futuri sull’impianto, è buona abitudine numerare i conduttori con un prefisso che indica il numero della pagina dello schema, sulla quale questi si trovano.

Tutta quest’operazione può essere svolta manualmente, oppure tramite sistemi informatici, in maniera automatica. Eseguita l’etichettatura si può passare alla fase di assemblaggio con relativo passaggio dei cavi, per il quale è consigliato l’uso di puntalini.

Il quadro, insieme alle canaline per il cablaggio e gli alloggiamenti dei vari componenti, vanno installati all’interno di una cosiddetta “cassetta” o “armadio” di carpenteria, poiché questi generalmente vengono incassati al muro o al pavimento in base alle loro dimensioni.
La carpenteria è quindi l’elemento unico che raccoglie e racchiude tutti i supporti per il quadro e la relativa cavetteria.

All’interno della carpenteria vanno prima fissate le canaline per il passaggio dei cavi, che hanno il compito di distribuirli in maniera ordinata. Concluso il collegamento dei vari cavi ai rispettivi elementi precedentemente siglati, si può passare alla chiusura delle canaline applicando i relativi coperchi, alla posa della piastra di fondo della carpenteria e all’aggancio dello sportello o della porta alle relative cerniere.

A questo punto tutte le operazioni per il cablaggio e l’assemblaggio dell’impianto saranno concluse e si potrà passare alle verifiche del corretto collegamento tra i vari componenti.