Sicurezza sul lavoro: gli strumenti di protezione sono la priorità

La sicurezza sul lavoro rappresenta una delle tematiche più importanti del settore, sempre in costante evoluzione a seconda delle nuove esigenze che emergono sui luoghi di lavoro. La tutela dei lavoratori non si concentra più esclusivamente sulla salute fisica, ma anche sull’impatto che il contesto lavorativo genera sulla psiche. Pilastro della sicurezza è la prevenzione: partendo da essa è possibile ridurre drasticamente i rischi, per cui è essenziale investire anche in corsi capaci di informare i dipendenti in merito a come districarsi all’interno di situazioni pericolose. Investire nella sicurezza sul lavoro rappresenta un vantaggio enorme per l’azienda, sia per il personale che per la redditività: svolgere mansioni in un ambiente sicuro permette di lavorare serenamente, e conseguentemente aumentare la produttività.

Tutela della sicurezza: cosa dice la normativa

La normativa che stabilisce le regole e gli obblighi per le aziende e i lavoratori in materia di sicurezza va rintracciata nel Testo Unico 81/2008. La legge si occupa di individuare i fattori di rischio, in modo da ridurli, e sottolinea allo stesso tempo l’importanza di un monitoraggio continuo delle misure preventive adottate. Ogni azienda deve elaborare una strategia condivisa in merito alla tutela del personale: anche qualora avesse un solo dipendente, deve predisporre una politica di informazione e formazione sulla sicurezza.  Colui che deve operare per far sì che il lavoratore non corra alcun rischio durante lo svolgimento di una determinata mansione è chiaramente il datore di lavoro, il quale deve applicare tutte le misure previste dalla legge per rendere l’ambiente sicuro, informando il personale in merito ai rischi con cui ci si potrebbe interfacciare attraverso il Documento di valutazione dei rischi ratificato dal datore stesso. Viene nominato anche un responsabile della sicurezza addetto alla prevenzione e alla protezione, sempre più spesso scelto al di fuori della realtà aziendale, il cui compito è quello di eseguire sopralluoghi negli ambienti di lavoro per verificarne le condizioni di pericolo e presentare piani formativi e informativi per il personale.

Classificazione dei dispositivi di protezione

Nell’art. 74 del Testo Unico viene espresso con chiarezza il concetto di dispositivi di protezione individuale: si tratta di attrezzature per proteggere il lavoratore contro alcuni rischi che possono verificarsi nello svolgimento della sua mansione, mettendone a repentaglio salute e sicurezza. Prima di essere adottato, un dispositivo di protezione deve rientrare negli standard previsti dalla normativa europea, superando dei test volti a verificarne solidità ed ergonomia. L’etichetta che verrà apposta su tali strumenti dovrà inoltre contenere le seguenti informazioni in maniera completa: nome del produttore, certificazione, classe di protezione. Come vengono suddivisi i DPI, prodotti in aziende qualificate come Emme Cinque? Tre sono le categorie: nella prima rientrano i dispositivi necessari per svolgere mansioni a basso rischio. In questo caso sarà il lavoratore stesso a definire il livello di protezione essenziale. I salvavita invece fanno parte delle terza categoria e servono per tutelare dai rischi mortali, sia immediati che resi effettivi col trascorrere del tempo, qualora ad esempio i lavoratori venissero a contatto con sostanze nocive. Ne fanno parte i dispositivi per proteggere le vie respiratorie e quelli anticaduta, nonché quelli in grado di parare gli occhi e il volto del dipendente dai materiali pericolosi, così come il corpo in caso di rischio elettrico. Rientrano infine nella seconda categoria tutti quei dispositivi per rischi intermedi” che non appartengono alle altre due appena citate.

Un approfondimento sulla segnaletica

Nel Testo Unico vengono altresì illustrate delle disposizioni in merito alla segnaletica di sicurezza, la quale consente ai lavoratori di individuare facilmente la presenza di rischi, indicando come comportarsi in determinate situazioni. La disposizione dei cartelli spetta al datore di lavoro, qualora non si possa limitare il pericolo facendo ricorso ad altri mezzi di protezione, mettendo a disposizione dei dipendenti una formazione adeguata per far comprendere in maniera efficace il significato dei vari segnali di sicurezza e, conseguentemente, quali comportamenti dovranno essere messi in atto. Per funzionare in maniera ottimale, la segnaletica deve essere ben progettata e posta nel luogo corretto, evitando di metterla accanto ad altri indicatori che possano in qualche modo confondere le idee del lavoratore, impedendogli di assumere l’atteggiamento adeguato alla situazione.

I cartelli si classificano a seconda del colore, ciascuno del quale ricopre un significato ben preciso: il rosso, in forma rotonda con pittogramma nero su sfondo bianco, comunica un divieto o un contesto di pericolo. Se invece si presentano quadrati con pittogramma bianco su sfondo rosso, vogliono indicare l’ubicazione dei materiali e delle attrezzature antincendio. Estrema cautela esprimono i cartelli di avvertimento, di forma triangolare con pittogramma nero su sfondo giallo, segnalando ad esempio la presenza di materiale pericoloso. I segnali di prescrizione, con la loro forma rotonda con pittogramma bianco su fondo azzurro, mettono in guardia circa la necessità di compiere una determinata azione, come quella di indossare un dispositivo di sicurezza personale. Infine i cartelli di soccorso mostrano i percorsi da seguire e le uscite di cui servirsi in caso di pericolo, e sono resi riconoscibili dalla loro forma quadrata con pittogramma bianco su sfondo verde.