Tasse nel forex trading: come comportarsi?

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Le tasse nel forex trading coinvolgono diversi aspetti fiscali per le modalità di calcolo sui proventi, i modelli fiscali da utilizzare nel nostro paese e il regime presente sul proprio broker. Questi tre punti, tra l’altro, sono tra i più importanti per capire come comportarsi sui pagamenti dovuti e potersi concentrare solo sul trading in senso stretto. Tuttavia, la materia non è complessa e può essere adeguatamente affrontata anche con l’ausilio di un commercialista per la registrazione dei proventi da attività di trading nel Modello Unico e la compilazione successiva dell’F24 per provvedere ai pagamenti alle date fiscali previste per legge, utilizzando documenti di riepilogo offerti dai migliori broker con tutte le operazioni eseguite in piattaforme dall’iscritto.

Come calcolare le tasse sul trading forex?

Le tasse sul trading forex, prevedono come primissimo aspetto da considerare, le modalità di calcolo sui proventi realizzati nell’anno oggetto della dichiarazione dei redditi. Secondo le ultime normative italiane, infatti, è da applicare una aliquota fissa del 26 % sui proventi realizzati, escludendo dal calcolo il capitale investito e relative somme iniziali di un investimento. Il trader apre un conto versando un deposito minimo di 100 euro sul broker e successivamente investe la medesima somma su una operazione di trading forex? Solo i proventi realizzati nell’anno dovranno essere considerati ai fini fiscali. Inoltre, laddove il trader dovesse realizzare sempre nel corso dell’anno delle minusvalenze, potrà sottrarre le stesse dal totale dovuto nelle tasse.

Al vantaggio del pagamento delle tassazioni forex solo sui proventi, va aggiunto che il trader non è tenuto al pagamento di altre imposte legate a contributi previdenziali o iscrizione e apertura di una partita Iva, con i benefici di potersi dedicare a tempo pieno sul trading online e pagare le tasse solo sui guadagni percepiti. E’ importante anche considerare le effettive operazioni concluse nell’anno fiscale oggetto della dichiarazione sui redditi e sulle quali dovrà essere calcolata l’aliquota fissa del 26%.

I modelli fiscali per dichiarare e pagare le tasse sul trading forex

Chiarito l’impatto delle tasse sul trading forex con una sola percentuale fissa del 26% per tutte quelle operazioni che hanno generato un profitto online, il trader deve ben comprendere anche i principali documenti fiscali presenti in Italia per provvedere a tali adempimenti. Si parte dal Modello Unico dell’anno in cui si è svolta l’attività di trading e dell’indicazione del totale dei proventi su cui calcolare il 26% alla sezione IIB sui proventi di natura diversa finanziaria. Sul modello Unico, la cui compilazione può avvenire anche con l’assistenza diretta di un commercialista, dovranno essere indicati anche i dati anagrafici e ogni altro utile elemento per la dichiarazione dei redditi. Per tale fase, inoltre, è anche consigliata una ricerca diretta da parte del trader sulle ultime novità in materia fiscale su un settore ancora nuovo in tale direzione come il trading forex.

Il secondo passaggio, sarà quello di procedere al pagamento delle tasse sul trading forex, utilizzando la voce specifica 1100 sulle plusvalenze e con regolamento del suddetto pagamento che deve avvenire entro la prima data fiscale del 16 giugno. Tuttavia, è ammessa anche una piccola deroga al 16 luglio per i pagamenti del modello F24 sulle tasse forex, ma con l’aggiunta di una piccola maggiorazione dello 0,40%.

Regimi fiscali per il pagamento delle tasse nel trading forex

La procedura elencata in precedenza, è collegata al tipo di regime fiscale applicato dal broker forex, ed è quella più comunemente utilizzata. Si tratta, del regime dichiarativo, in cui è il trader (che può essere comunque assistito anche da un commercialista più esperto nella materia) a curare tutta la procedura richiesta per il pagamento delle tasse sul forex. Indicando tutti gli investimenti eseguiti nell’anno solare e distinguendo quelli che hanno generato dei proventi (e sui quali sarà calcolata la tassazione fissa del 26%).

Esiste, anche un altro importante regime, più immediato per il calcolo delle tasse nel forex trading, in cui è il broker che cura tale procedura e si sostituisce al trader nel calcolare quanto dovuto e al pagamento diretto allo Stato. E’ il regime sostitutivo, ad oggi applicato solo da pochissimi broker forex. Tuttavia, è prassi comunque di molti broker (soprattutto operanti sul territorio Europeo) di rilasciare comunque un documento di riepilogo su tutte le operazioni di forex aperte e chiuse nell’anno solare e sulle somme dei proventi finali su cui poi procedere al calcolo della tassazione unica del 26%.

In questo caso, il trader o il suo commercialista, potranno utilizzare gli schemi forniti dal broker forex per compilare il Modello Unico e predisporre l’F24 per i pagamenti alla data del 16 giugno (o del 16 luglio con maggiorazione dello 0,40%). C’è infine da considerare, che la normativa sulle tasse del trading è in continuo aggiornamento e richiede attenzione nel trader nell’essere sempre aggiornato, oltre che scegliere il miglior broker forex per curare un importantissimo aspetto come quello fiscale sulle attività di trading online.