Trasferirsi in Australia: una guida ai visti necessari

Chi ha in mente di trasferirsi in Australia deve prestare la massima attenzione alle regole da rispettare per ciò che concerne visti e permessi da richiedere: ecco come orientarsi tra le tante prescrizioni imposte dalle norme. Non a caso per chi desidera lavorare all’estero, l’Australia è forse uno dei paesi con le regole più stringenti in fatto di immigrazione.

Nel mese di aprile del 2018 il governo australiano ha decretato l’abolizione del visto sponsor 457. Ciò ha fornito più di un motivo di preoccupazione a chi aveva in mente di trasferirsi in quel Paese, ma vale la pena di mettere in evidenza che tale decisione non ha comportato in alcun modo una chiusura delle frontiere. Insomma, ancora oggi è possibile migrare in Australia pur non avendo uno sponsor, ma semplicemente la procedura che bisogna seguire è differente. Il posto del vecchio visto, infatti, è stato preso da un nuovo documento, il Temporary Skill Shortage Visa: si tratta di un documento il cui scopo è quello di ricercare professionisti di differenti ambiti in grado di rappresentare una risorsa e non un peso per il Paese. Come il nome lascia intuire, però, questo permesso è a tempo determinato, il che significa che il datore di lavoro o il governo potrebbero decidere di far tornare in patria lo straniero da un momento all’altro.

Il Temporary Skill Shortage Visa può essere a breve o a medio termine. Nel caso del visto a breve termine, la durata massima consentità è pari a due anni, ed è concesso un solo rinnovo: questo vuol dire che allo straniero non sarà mai consentito di prendere la residenza in Australia. Una buona padronanza della lingua inglese è il requisito indispensabile per ottenere questo visto: in particolare è necessario aver ottenuto un punteggio non inferiore alla media del 5 nello Ielts. Il candidato, inoltre, deve rientrare negli elenchi Stsol.

Per quel che concerne il visto a medio termine, la durata è di quattro anni, ma in questo caso dopo il terzo anno è possibile richiedere la residenza dopo averne ottenuto il rinnovo.

Volendo, per richiedere il visto per andare in Australia si può anche seguire una procedura online. A tale scopo è necessario andare sul sito Border.gov.au, che è proprio quello dedicato all’immigrazione nel Paese, e creare un ImmiAccount: per farlo basta fornire i propri dati personali, segnalare un indirizzo di posta elettronica e indicare i dettagli del proprio passaporto. Una volta che il profilo è stato creato, ci si può servire del cosiddetto Visa Finder per comprendere qual è la tipologia di visto più appropriata in base alle proprie caratteristiche e ai propri bisogni. I costi da sostenere variano a seconda del visto: a parte quelli turistici, che sono gratuiti, il Working and Holiday Visa ha un prezzo di 440 dollari, mentre lo Student Visa richiede il pagamento di 56o dollari. Molto più onerosi dal punto di vista economico sono, invece, i visti che garantiscono la Permanent Residence: si parla di migliaia di dollari (ci riferiamo, ovviamente, ai dollari australiani).

Il Working Holiday Visa è il più noto tra i visti per l’Australia e può essere richiesto solo dalle persone di età compresa tra i 18 e i 31 anni di alcuni Paesi: l’Italia è tra questi, insieme con il Regno Unito, la Repubblica di Corea, il Canada, il Belgio, Hong Kong, la Finlandia e molti altri. Il Work and Holiday, invece, è un visto diverso, previsto per le vacanze-lavoro.

Qualunque sia il visto che si desidera richiedere, può essere utile affidarsi a una traduzione legalizzata per tradurre tutti i documenti personali più importanti: i certificati anagrafici e la licenza di guida, ma anche i titoli di studio e gli eventuali riconoscimenti ottenuti dopo la laurea. Vale la pena di ricordare che le traduzioni giurate hanno valore legale e, quindi, che tutti i documenti tradotti devono essere considerati ufficiali.