Trasferta di lavoro dei dipendenti: alcuni consigli per gestirla al meglio

La trasferta di lavoro è qualcosa che può non essere facile da affrontare, soprattutto se avviene in maniera sistematica e non occasionale. Per alcuni professionisti si tratta di un elemento peculiare che fa parte della propria mansione.

Ciò vale per manager, rappresentanti, medici, architetti, ingegneri, responsabili di negozio e molte altre categorie ancora. Nel momento in cui il dipendente si reca in trasferta ha diritto al rimborso chilometrico, i cui importi vanno poi inseriti all’interno della busta paga: l’azienda, infatti, si impegna a risarcire la somma sostenuta per gli spostamenti legati al lavoro.

Come gestire al meglio una situazione come una trasferta, a livello pratico ma anche di stress? Ne parliamo in questo articolo, in cui proponiamo alcuni consigli validi sempre.

Quando spetta il rimborso chilometrico al dipendente

Il rimborso chilometrico spetta al dipendente quando effettua una trasferta, ovvero si sposta fuori dalla sede dove svolge abitualmente la sua mansione, utilizzando la propria auto o una a noleggio.

La somma non è soggetta a tassazione per il lavoratore, ma solo nel caso delle trasferte extracomunali. Invece, viene tassata se la trasferta avviene all’interno del Comune in cui è situata la sede abituale di lavoro. Inoltre,  tale somma va calcolata attraverso criteri ben precisi: una cosa che il lavoratore non può lasciare al caso.

Per farlo può utilizzare diversi sistemi e ce n’è uno di ultima generazione che permette di semplificare la vita ad ambo le parti, professionisti e aziende: un software specifico per la gestione del personale. In questo modo si evitano errori e si riducono i tempi.

Pertanto, il tragitto casa-lavoro non rientra di prassi all’interno delle spese per cui può essere predisposto il rimborso chilometrico, salvo in un caso soltanto: quello in cui i dipendenti non hanno un itinerario fisso e prestabilito per svolgere la propria attività.

Si tratta di categorie come agenti di commercio o addetti della logistica, per i quali il percorso cambia giorno per giorno. Ciò vale, per fare un esempio, anche per gli addetti alla consegna di un vivaio di recente apertura.

Per il calcolo del rimborso chilometrico è indispensabile conoscere molteplici informazioni: modello, veicolo e relativa alimentazione, chilometri percorsi. Esse vanno incrociate con le tabelle pubblicate dall’ACI.

Il calcolo effettivo viene ottenuto attraverso specifici passaggi che, come abbiamo accennato, possono essere semplificati grazie ai software web di ultima generazione.

Trasferte di lavoro e stress

Le trasferte di lavoro sono spesso una fonte importante di stress, soprattutto per quei lavoratori che trascorrono fuori dal proprio contesto abituale almeno 21 giorni al mese. Le conseguenze sono sul benessere come sulla salute. Ecco quelle più comuni:

  • Accentuazione dello stress, anche per via delle situazioni legate agli stessi spostamenti. Ciò vale tanto quando si viaggia in aereo o in treno che in macchina.
  • Problematiche legate al sonno.
  • Sedentarietà.
  • Tendenza alla tristezza e maggiore irritabilità.
  • Jet lag, nel caso degli trasferimenti legati all’estero.
  • Sovraccarico di lavoro per quanto riguarda le operazioni di desk.
  • Il fatto di non avere un rapporto continuativo con i colleghi, porta più facilmente a incomprensioni.
  • Maggiori pressioni per raggiungere determinati obiettivi di business.

Questo tipo di disturbi o difficoltà sono comuni alla maggior parte delle persone che lavora come pendolare.

Non bisogna dimenticarsi però che le trasferte di lavoro presentano anche degli elementi a favore, a cominciare dal fatto di condurre una vita stimolante e dinamica, a fronte del contatto con diverse persone e relative realtà.

Lavorare in trasferta, pertanto, mette fuori dalla comfort zone e permette di allargare i propri orizzonti.

Come gestire al meglio le trasferte di lavoro

Le aziende più all’avanguardia, come quelle che si avvalgono del facility maintenance, sono solite investire sul benessere dei lavoratori. Ciò significa che applicano azioni di supporto per i dipendenti, in special modo per quelli che si trovano di frequente in trasferta.

Tra queste troviamo la possibilità di utilizzare lo smart working in alternanza a un periodo intenso di attività fuori dalla postazione abituale: una soluzione che risulta più produttiva tanto per l’impresa che per la persona, in quanto in grado di ridurre lo stress.

C’è poi un consiglio che si rivela quanto mai valido per il dipendente: vivere la trasferta come un’opportunità e allo stesso tempo prepararsi a livello psico-fisico ad affrontare i possibili rischi che tale situazione comporta nel lungo periodo.

Fondamentale sotto questo punto di vista adottare uno stile di vita dinamico e salutare, curando in special modo l’attività fisica e l’alimentazione. Ci sono diversi sport che si possono praticare fuori casa: yoga, pilates, corsa e molto altro.

Inoltre, è necessario riuscire a separare vita privata e lavorativa, così da vivere entrambe al meglio. Qualcosa che si apprende nel tempo con impegno e pazienza.

Infine, riuscire a organizzare le proprie giornate nei dettagli e con metodo è un elemento capace di fare la differenza.

A tal proposito è importante saper delegare quando necessario e allo stesso tempo semplificare le operazioni in cui risulta possibile farlo, come ad esempio il calcolo del rimborso chilometrico.

Spesso, quando si ha difficoltà a gestire un momento di stress intenso o un imprevisto, ciò è dovuto proprio a difficoltà di tipo organizzativo, che però possono  essere sempre superate.